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LottoMarzo chi rimane a casa?

Dalle 9.30 alle 14 e dalle 17.30 alla fine del corteo chiediamo ai compagni etero di venire a presidiare lo spazio insieme a una piccola delegazione delle occupanti transfeministe, per permettere alla maggior numero di noi di partecipare a #Lottomarzo.

Questo appello non è rivolto ai compagni in quanto uomini cis eterosessuali, ma agli attivisti che vogliono “scioperare” dalle forme abituali della loro militanza e cooperare affinchè le transfemministe possano essere in piazza per #Lottomarzo

Martedì alla consultoria transfemminista…

Continuano le giornate di autogestione alla Consultoria Transfemminista Queer verso e oltre Lottomarzo!!

dalle 7.00
Favolosa colazione ribelle

Dalle 10.30
GRANDE SPOLVERO Party:
Porta scope, palette, mascherine e aiutaci a pulire indossando i nostri esclusivi modelli haute Couture rusco’

Alle 15.30

*Costruzione cartelli per lo sciopero e il corteo del #LottoMarzo

*Elaborazione delle domande dell’autoinchiesta da portare la mattina dell’8 Marzo per la Salotta/Consultoria in piazza

 

Alle 18
Assemblea plenaria su: Giornata dell’8 marzo, Programmazione delle attività della consultoria dei prossimi giorni, varie.

A seguire chiacchiere, birrette e a dormire presto che Lotto Marzo ci aspetta!

 

Scarabocchio di report/promemoria parziale dei contenuti dell’assemblea di ieri, che possono essere di ispirazione per slogan/cartelli/messaggi/azioni performative per l’8 e per laboratori da fare alla consultoria nei giorni successivi:

 

Lunedì alla consultoria transfemminista…

Tutto il giorno: Infoshop  su Sessualità, Salute, Ormoni, Autogestione della salute, Precarietà, Contrasto alla violenza maschile, di genere e del genere.

ore 7-9: favolosa colazione

ore 13.30 circa: Pranzo

A seguire: Pulizie e allestimento

ore 18.00 Assemblea per progettare le prossime attività della consultoria

Cercheremo di aggiornare tempestivamente il blog, ma seguiteci anche su FB: Consultoria TransFeminista Queer e soprattutto venite e partecipate!

Siamo in via Menarini 1.G (Porta Lame), Bologna.

La Consultoria TransFemminista Queer di Bologna prende spazio

[scarica qui il volantino in PDF con la sintesi di questo comunicato]

Da anni resistiamo alla violenza maschile, di genere e del genere singolarmente nelle case e nello spazio pubblico; negli spazi sociali autogestiti ci siamo costituite in gruppi, collettivi e branchi, ci siamo interconnesse e abbiamo iniziato a praticare altre forme di vita, relazione, sessualità che non riproducono il maschile egemonico, l’eterosessualità obbligatoria, il binarismo cisgenere, la coppia romantica, la famiglia riproduttiva.
Siamo transfemministe, trans*, lesbiche, froce e da oggi rendiamo visibile e mettiamo a disposizione di tutt* una consultoria transfemminista frocia verso lo sciopero femminista globale del Lotto Marzo, risocializzando uno spazio di proprietà pubblica vuoto da anni, destinato a essere svenduto e alienato a privati senza un progetto qualificante per la città, mentre si spacciano per riqualificazione urbana lo sgombero degli spazi sociali, la cementificazione e la gentrificazione che creano solo deserto sociale a favore di interessi speculativi.
Come per le altre esperienze di consultorie autogestite e queersultorie in altre città, non si tratta di un presidio sanitario o di un servizio, ma di un luogo di autorganizzazione in cui occuparci della nostra salute e dei nostri corpi a partire dal piacere, dal desiderio e dalla tra(n)sformazione e non dalla malattia e dalla “funzionalità” da ripristinare o dal controllo biomedico dei corpi e della riproduzione.

Vogliamo scambiarci informazioni ed esperienze.
Vogliamo socializzare pratiche diffuse sul consenso e sulla condivisione di responsabilità rispetto a violenza maschile e molestie.
Vogliamo parlare delle malattie professionali delle precarie e della prevenzione e gestione delle malattie sessualmente trasmissibili che non sono un segreto, una colpa o una punizione.
Vogliamo organizzare la lotta per servizi sanitari efficienti e non più incentrati sull’eterosessualità e sulla maternità obbligatoria, perchè siamo stufe di medici obiettori, di chi ci colpevolizza se vogliamo abortire o prendere la pillola del giorno dopo, stufe di un sistema che infantilizza le/i trans.
Vogliamo lottare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del sistema sanitario pubblico che vogliono trasformarlo insieme a noi.
Vogliamo uno spazio in cui discutere in modo orizzontale di sesso, di emozioni, di salute, di come stiamo, delle relazioni fra i generi e di come (dis)educarci alle differenze, alle identità gerarchizzate e naturalizzate; uno spazio per praticare il diritto alla trasformazione personale e politica; dove affermare il senso profondo della nostra legittimità a godere quando, come e con chi vogliamo, anche se ci hanno insegnato che la nostra sessualità è al servizio di quella maschile; la legittimità a esistere e ad affermare il genere che sentiamo più consono ai nostri desideri a prescindere dal sesso anatomico e a ricorrere alle tecnologie che desideriamo per cambiare o non cambiare i nostri caratteri sessuali.

Dalla consultoria transfemminista queer vogliamo organizzare le lotte per il reddito di autodeterminazione, per uscire dalla precarietà e rivendicare il diritto al benessere sociale.
Dalla consultoria prepariamo lo sciopero globale delle donne e lo sciopero dei e dai generi dell’8 marzo organizzato da Non Una di Meno, perché è un percorso in cui abbiamo intrecciato le lotte con tante e tant* unendoci oltre le differenze per convergere verso obiettivi comuni.

Questa è la nostra forma di sciopero, perchè ci è impossibile scioperare in forma classica dato che le tutele e diritti del lavoro non sono mai esistiti o sono saltati completamente per molte di noi, perché ci è impossibile individuare una forma puntuale di sciopero dei e dai due generi obbligatori e normativi e lo intendiamo piuttosto come pratica quotidiana.
Ci prendiamo questo spazio e questo tempo, sottraendolo al lavoro precario, al lavoro di cura, al lavoro gratuito di produzione del genere, alla messa a valore e sfruttamento della nostra favolosità, perché lo sciopero non sia solo sottrazione, ma momento istituente di nuove infrastrutture sociali, di forme di welfare dal basso a partire da una mappatura autogestita di tutti quei bisogni ‘imprevisti’, che non rientrano nelle griglie burocratiche delle istituzioni.
La consultoria transfemminista queer è un’infrastruttra per lo sciopero permanente dei e dai generi, un luogo dove ripensare la disidentificazione delle singolarità dai generi obbligatori in forma collettiva, un luogo tutto per sé, autonomo e autogestito, dove far proliferare la produzione di maschilità e femminilità contro-egemoniche e sospendere la riproduzione di Donne e Uomini eterocis, una zona autonoma permanente che renda visibile che un’altra vita è possibile, che rifiutare i ruoli naturalizzati è desiderabile e che la posizione di soggetto maschile egemonico e di femminilità complementare non sono più sostenibili socialmente. Troppo alto il prezzo da pagare in termini di violenza, esclusione delle altre soggettività, complicità con la governance e il comando neoliberale.

Invitiamo tutte/i/* coloro che condividono questi bisogni e mettono al centro la lotta contro il sessismo e la violenza maschile a partire da sé, dal proprio vissuto e dalla decostruzione dei propri privilegi, a sostenere la Consultoria transfemminista queer e a partecipare all’assemblea di apertura oggi, 5 marzo 2017, alle 18 in via A. Menarini (incrocio via Azzogardino), ad allargare il processo per portarlo nella piazza Lottomarzo e oltre.

Consultoria TransFemminista Queer Bologna

mar 28 feb – Assemblea al consultorio verso #lottomarzo

Non Una di Meno Bologna invita tutte tutti e tuttu all’assemblea pubblica di avvicinamento allo Sciopero #LottoMarzo Martedì 28 febbraio alle 16 nell’atrio di Via Sant’Isaia 94/A

L’8 Marzo è lo Sciopero Globale delle Donne. Scioperiamo contro la violenze di genere e del genere!

I consultori nascono negli anni Settanta nel movimento femminista come luoghi in cui praticare l’autodeterminazione delle donne. La loro istituzionalizzazione e trasformazione in “consultori familiari” ha nel tempo depoliticizzato e depotenziato il loro ruolo sociale e la trasformazione in servizi per l’accesso ai diritti riproduttivi (dalla maternità all’aborto) li ha resi escludenti e vulnerabili alla penetrazione di movimenti per la vita e anti-abortisti. Nell’ultimo decennio, infine, i tagli al welfare e alla sanità pubblica hanno determinato la chiusura di molti di questi luoghi.

La discussione nel tavolo sulla salute di Non Una Di Meno durante l’assemblea del 4 e 5 febbraio a Bologna*, ha fatto riemergere il bisogno di consultori come luoghi aperti e accoglienti, liberi e gratuiti, diffusi nel territorio, senza discriminazioni legate all’età, alla dis/abilità, che riconoscono le molteplici identità di genere che una persona può sperimentare nella sua vita e qualsiasi tipo di orientamento sessuale; luoghi in grado di promuovere e tutelare il diritto alla salute delle persone trasgender, lesbiche, queer, gay, bisex e intersex fuori da un discorso normativo e patologizzante.
L’assemblea del 28 febbraio verso lo Sciopero #LottoMarzo vuole manifestare solidarietà alle operatrici e alle persone che usufruiscono del consultorio e contaminare questo luogo raccontando le esperienze delle consultorie transfemministe queer autogestite, nate in vari territori, ispirate all’autogestione, alla critica, alla sperimentazione di welfare dal basso e non alla sussidiarietà, infrastrutture autorganizzate attraversabili gratuitamente e senza documenti, senza controllo dei visti o dei permessi di soggiorno.

Vogliamo smascherare insieme le intersezioni delle forme di discriminazione sulle nostre vite e le nostre scelte, riprenderci lo spazio e il tempo per lottare per l’autodeterminazione di tutte, tutti e tuttu.

Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi!

#NonUnaDiMeno
#SiamoMarea

Non Una di Meno – #LottoMarzo Sciopero

Segui Non Una di Meno su https://nonunadimeno.wordpress.com/

Qui trovate i report dei lavori del

Tavolo Diritto alla salute sessuale e riproduttiva

che ha parlato molto di consultori e di consultorie autogestite.

8 punti per l’8 marzo: Non un’ora meno di sciopero!

8 punti per l’8 marzo. È questa la piattaforma politica formulata dalle 2000 persone riunite in assemblea nazionale a Bologna il 4 e 5 febbraio, che hanno proseguito il lavoro sul piano femminista antiviolenza e stanno organizzando lo sciopero delle donne dell’8 marzo che coinvolge diversi paesi nel mondo. I punti esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.

L’8 marzo quindi incrociamo le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva: la violenza maschile contro le donne non si combatte con l’inasprimento delle pene ‒ come l’ergastolo per gli autori dei femminicidi in discussione alla Camera ‒ ma con una trasformazione radicale della società. Scendiamo in strada ancora una volta in tutte le città con cortei, assemblee nello spazio pubblico, manifestazioni creative.

Scioperiamo per affermare la nostra forza. Ribadiamo ancora una volta la richiesta a tutti i sindacati di convocare per quella giornata uno sciopero generale di 24 Ore, Non un’ora meno, e chiediamo alle realtà confederali ed in particolare alla Cgil di rispondere pubblicamente sulla convocazione dello sciopero generale.

Scioperiamo perché

La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne

Scioperiamo contro la trasformazione dei centri antiviolenza in servizi assistenziali. I centri sono e devono rimanere spazi laici ed autonomi di donne, luoghi femministi che attivano processi di trasformazione culturale per modificare le dinamiche strutturali da cui nascono la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Rifiutiamo il cosiddetto Codice Rosa nella sua applicazione istituzionale e ogni intervento di tipo repressivo ed emergenziale. Pretendiamo che nell’elaborazione di ogni iniziativa di contrasto alla violenza vengano coinvolti attivamente i centri antiviolenza.

Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne

Scioperiamo perché vogliamo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile contro le donne, da quella psicologica a quella perpetrata sul web e sui social media fino alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Pretendiamo che le donne abbiano rapidamente accesso alla giustizia, con misure di protezione immediata per tutte, con e senza figli, cittadine o straniere presenti in Italia. Vogliamo l’affidamento esclusivo alla madre quando il padre usa violenza. Vogliamo operatori ed operatrici del diritto formati perché le donne non siano rivittimizzate.

Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi

Scioperiamo perché vogliamo l’aborto libero, sicuro e gratuito e l’abolizione dell’obiezione di coscienza. Scioperiamo contro la violenza ostetrica, per il pieno accesso alla Ru486, con ricorso a 63 giorni e in day hospital. Scioperiamo contro lo stigma dell’aborto e rifiutiamo le sanzioni per le donne che abortiscono fuori dalle procedure previste per legge a causa dell’alto tasso di obiezione: perché ognun* possa esercitare la sua capacità di autodeterminarsi. Vogliamo superare il binarismo di genere, più autoformazione su contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili, consultori aperti a esigenze e desideri di donne e soggettività LGBTQI, indipendentemente da condizioni materiali-fisiche, età e passaporto.

Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!

Scioperiamo per rivendicare un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà, perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo al lavoro; un salario minimo europeo, perché non siamo più disposte ad accettare salari da fame, né che un’altra donna, spesso migrante, sia messa al lavoro nelle case e nella cura in cambio di sotto-salari e assenza di tutele; un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente per riprodurre le nostre vite.

Vogliamo essere libere di muoverci e di restare. Contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli

Scioperiamo contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti, contro il razzismo istituzionale che sostiene la divisione sessuale del lavoro. Sosteniamo le lotte delle migranti e di tutte le soggettività lgbtqi contro la gestione e il sistema securitario dell’accoglienza! Vogliamo un permesso di soggiorno incondizionato, svincolato da lavoro, studio e famiglia, l’asilo per tutte le migranti che hanno subito violenza, la cittadinanza per chiunque nasce o cresce in questo paese e per tutte le migranti e i migranti che ci vivono e lavorano da anni.

Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione

Scioperiamo affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere. Non ci interessa una generica promozione delle pari opportunità, ma coltivare un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminilità e maschilità. Scioperiamo contro il sistema educativo della “Buona Scuola” (legge 107) che distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio di cittadinanza capace di educare persone libere, felici e autodeterminate.

Vogliamo fare spazio ai femminismi

Scioperiamo perché la violenza ed il sessismo sono elementi strutturali della società che non risparmiano neanche i nostri spazi e collettività. Scioperiamo per costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e autogestione, spazi liberi dalle gerarchie di potere, dalla divisione sessuata del lavoro, dalle molestie. Costruiamo una cultura del consenso, in cui la gestione degli episodi di sessismo non sia responsabilità solo di alcune ma di tutt*, sperimentiamo modalità transfemministe di socialità, cura e relazione. Scioperiamo perché il femminismo non sia più un tema specifico, ma diventi una lettura complessiva dell’esistente.

Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini

Scioperiamo contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans. Rovesciamo la rappresentazione delle donne che subiscono violenza come vittime compiacenti e passive e la rappresentazione dei nostri corpi come oggetti. Agiamo con ogni media e in ogni media per comunicare le nostre parole, i nostri volti, i nostri corpi ribelli, non stereotipati e ricchi di inauditi desideri.

Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo

 

18 dic ’15 a XM24 “ORMONAUTICA. Dietro le quinte del genere”

Possono murare le porte ma non fermare quello che amiamo fare. Atlantide è ovunque e continua le sue attività, nomadi ed itineranti, verso un nuovo approdo. Venerdi 18 dicembre facciamo scalo, per #AtlantideOvunqueVol.1, a Xm24, con una presentazione/discussione di Ormonautica, progetto in corso della Consultoria Queer, e con un concerto punk, downtown in Osteria, come prima, più di prima, alla nostra maniera. 

ATLANTIDEOVUNQUE vol.1
Prepagana Party
Venerdi 18 dicembre 2015
@Xm24 – via Fioravanti 24 – Bologna

>>ore 18.30 – ORMONAUTICA. Dietro le quinte del genere by Consultoria Queer. [Il numero di DWF “A tutta salute” ora si può scaricare qui , alcuni singoli articoli compreso il nostro in versione stampabile a opuscolo si possono scaricare qui]
>>ore 20 – aperitivo
>>ore 21 – presentazione libro:
LA MALORA di J.D.Raudo, Bébert Edizioni
>>ore 22 – concerto Punk Hc con:
Raein + Marnero + RUGGINE

Cambiare il sesso sui documenti senza intervento chirurgico – testo delle due sentenze

Dai seguenti link potete scaricare le due sentenze della Cassazione  e della Corte Costituzionale a favore della possibilità di rettificare il sesso anagrafico senza doversi necessariamente sottoporre a intervento chirurgico. Speriamo di pubblicare presto su queste pagine anche un commento/riassunto delle due sentenze, ma abbiate pazienza 🙂

Sentenza Cssazione 15138_2015

sentenza Corte Costituzionale 221_2015